In aumento gli interventi di chirurgia plastica sui giovani

Chirurgia plastica sui giovani

La chirurgia plastica attira sempre di più i giovani: negli Stati Uniti il ricorso al chirurgo plastico da parte degli under 25 è aumentato in modo esplosivo e le cose non sono diverse anche in Italia. Tra le principali cause di questo trend c’è senz’altro la crescente importanza che le nuove generazioni danno alla propria immagine che è indubbiamente un biglietto da vista per i loro profili social. I difetti vengono mal tollerati e si cerca in ogni modo di eliminarli per poter migliorare la propria immagine da poter esporre sui propri profili digitali.

La conferma di questi dati arriva anche dall’Affprs, l’Accademia americana di chirurgia ricostruttiva e plastica facciale, che ha rivelato come quasi la metà dei chirurgi estetici abbia ammesso di aver ricevuto richieste da parte di pazienti under 30 per poter migliorare la loro immagine per poter essere perfetti nei selfie e post sui loro profili social; l’American Society of Plastic Surgeons (Asps) ha invece reso noto che nella fascia d’età sotto i 20 anni le richieste di interventi sono soprattutto concentrate in rinoplastica, aumento del seno e otoplastica.

In Italia le cose non sono poi così diverse. Uno studio condotto dalla Società italiana di medicina estetica in collaborazione con l’università Magna Graecia di Catanzaro ha concluso che sempre più ragazze tra i 13 e i 18 anni si rivolgono alla chirurgia estetica per rifare seno, fianchi e gambe, mentre i maschi preferiscono intervenire su muscoli e naso.

Emanuele Bartoletti, presidente della SIME, ha spiegato:

Negli ultimi anni abbiamo notato un incremento delle domande da parte degli adolescenti per trattamenti di medicina estetica. A volte le richieste sono autonome, a volte i ragazzi sono spinti dagli stessi genitori e arrivano dal medico lamentando un inestetismo non sempre presente

I dati emersi sono tutt’altro che rassicuranti:

  • Il 17,7% degli intervistati vorrebbe migliorare qualche parte del corpo facendo uso della medicina estetica (49,2%) e della chirurgia plastica (31,3%);
  • il 15,8% delle ragazze e il 3,3% dei ragazzi si sarebbe già rivolto al medico estetico per curare l’acne, ridurre i peli e le smagliature, correggere il naso, le orecchie o il seno.

Perché i giovani si sottopongono alla chirurgia plastica?

Negli ultimi anni le nuove generazioni hanno iniziato a rivolgersi la chirurgia plastica non per correggere il proprio aspetto ma per prevenire l’insorgenza di problemi estetici più avanti nella vita.
Per descrivere questo fenomeno l’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery ha coniato il termine “pre-juvenation” che si riferisce a una serie di trattamenti non invasivi che rallentano i segni dell’invecchiamento piuttosto che eliminarli completamente e includono trattamenti come filler dermici, Botox e peeling chimici.

Chirurgia estetica e minorenni

Ma cosa dice la legge?

In Italia, così come nel Regno Unito, sono vietati per legge gli interventi di chirurgia plastica sugli under 18. L’unica eccezione riguarda l’otoplastica, l’intervento per correggere le orecchie a sventola, che è una procedura indicata in età prescolare con il consenso di entrambi i genitori. Per questa ragione un chirurgo estetico competente e qualificato si rifiuterà di fare interventi di chirurgia plastica sui giovani minorenni e inoltre non accetterà in prima battuta di apportare modifiche su aree del corpo che rientrano già nei canoni di normalità estetica e che non hanno evidenti difetti o di cambiare le fattezze di un giovane che desidera assomigliare ad un personaggio famoso.

I millennials

Grande esplosione nell’ambito della chirurgia estetica si registra negli ultimi anni tra i Millenials: secondo gli esperti non solo sono ben informati circa le opzioni a loro disposizione, ma sono anche più aperti sulla scelta di sottoporsi alla chirurgia plastica rispetto alle generazioni precedenti.

Come spiega Bob Basu, dell’American Society of Plastic Surgeons, i millennials sono molto bravi ad ottenere le informazioni che desiderano. Condividono le loro esperienze con altre persone attraverso piattaforme di social media e contribuiscono a creare un dibattito costruttivo.

Bibliografia e fonti